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La formazione, chiave di sviluppo, sostituisce gli ammortizzatori sociali

La formazione, chiave di sviluppo, sostituisce gli ammortizzatori sociali

Il 19 maggio 2020, come noto, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto legge n°34 (Decreto Rilancio) che contiene misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonchè in materia di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19. Un Decreto necessario per la ripresa economica del Paese che si trova ad affrontare una crisi senza precedenti. Ingenti gli interventi dello Stato per tamponare le situazioni emergenziali che si sono venute a creare e per favorire il rilancio già nel breve periodo.

Attenzione degna di nota quella rivolta alle imprese più in generale e alla difesa dei posti di lavoro più nello specifico. Nello scenario, ipotizzato dal legislatore, di forte riduzione della produzione dovuta alla pandemia ed ai suoi effetti recessivi, la prima misura è la CIG, un ammortizzatore sociale che consente di sollevare le aziende, in momentanea difficoltà produttiva. Ma interessante è quanto prevede l’art. 88 che consente alle imprese di sottoscrivere contratti collettivi di lavoro a livello aziendale con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentativa sul piano nazionale, per realizzare specifiche intese di rimodulazione di orario per mutate esigenze organizzative e produttive, convertendo parte delle ore di lavoro in ore di formazione.

Gli oneri relativi alle ore di formazione, comprensivi dei relativi contributi previdenziali e assistenziali, saranno a carico di un apposito Fondo denominato “Fondo Nuove Competenze”, costituito presso l’Agenzia Nazionale delle Politiche Attive del Lavoro (ANPAL), nel limite di 230 milioni di euro a valere sul Programma Operativo Nazionale SPAO.

I dipendenti lavoreranno meno, assicurandosi lo stesso stipendio e accrescendo le proprie competenze con percorsi formativi. Le ore di formazione saranno remunerate con oneri, comprensivi dei relativi contributi previdenziali e assistenziali, a carico del Fondo in questione.

Al progetto possono partecipare i fondi paritetici interprofessionali che, a tal fine, potranno destinare al fondo costituito presso l’Anpal una quota delle risorse disponibili nei rispettivi bilanci.

Al Fondo potranno accedere solo quelle imprese con Ccnl sottoscritti a livello aziendale o territoriale da associazioni di categoria e sindacati potranno partecipare alla realizzazione degli interventi anche le Regioni, i Programmi operativi nazionali e regionali (Pon e Por) del Fondo sociale europeo (Fse) e i Fondi paritetici interprofessionali.

Con un successivo decreto del Ministero del lavoro da emanarsi entro 60 giorni saranno individuati i criteri e le modalità della misura.

Uno sforzo quello del Governo volto a guidare la ripartenza dell’economia in una direzione virtuosa di investimento. Non solo un impegno assistenziale ma una concreta azione strategica di valorizzazione del capitale umano in ottica di innovazione e crescita futura.

 

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